Foo Fighters – Villa Manin, Codroipo – Concerto #1174

Dal mio archivio – Il 13 agosto 2012 me ne vado a Codroipo per vedere i Foo Fighters in un contesto quanto meno surreale che rinnova la mia scarsa tolleranza nei confronti dei bagarini. Concerto splendido. Indipendentemente dalla gente…

Sarà l’età. O la mia o quella degli altri, ma ci sono momenti in cui mi sento davvero inadeguato a seguire il rock che mi piace e devo inevitabilmente confrontarmi con una realtà che mi sbatte in faccia il fatto che (ormai) ho 47 anni. Mi è accaduto con i Foo Fighters per via del contesto in cui mi sono sentito, purtroppo, poco a mio agio.
Ho rimpianto i loro primi concerti quando, sconosciuti e presi d’assalto più da ex fan dei Nirvana che da chi conosceva il loro primo disco, mi trovai a seguirli per l’Europa in piccoli club. Sedici anni fa… sto parlando di un’altra vita considerando tutti i casini che ho combinato nel frattempo. A Codroipo mi presento con largo anticipo per vedere anche i Gaslight Anthem, che non conoscevo ma di cui mi avevano parlato molto bene, e Bob Mould che invece ho ascoltato per molti anni… show dei quali parlerò a parte appena riesco.
Arrivo presto, ma non abbastanza: lascio la macchina a due chilometri abbondanti da Villa Manin e affronto la solita litania dei bagarini. Una coda inestricabile di persone sempre più invasive e aggressive. Se hai un biglietto in mano sei rovinato.

Il bagarino cristiano

Doveva esserci anche mia moglie, trattenuta altrove dal lavoro. Rimango da solo a chiedermi cosa fare del biglietto di troppo.
“Compro-vendo, vendo-compro, hai un biglietto? Ti do 30€” mi chiede uno.

“Sì, ma non te lo vendo” Rispondo.
“E perché? Poi magari fai l’elemosina a un barbone. Guarda che Gesù ti guarda anche qui” insiste.
“Lascia perdere Gesù che ha un sacco da fare, tanto non te lo vendo” taglio corto.
“E perché? Mi guadagno da vivere senza delinquere… dovresti esserne contento” aggiunge.
“Bravo, ma non te lo vendo lo stesso” concludo.
“E perché? Dai che poi entriamo insieme a divertirci e ti offro una birra” mi invita.
“No grazie”.

A seguire la scena una ragazzina che avrà una ventina d’anni. MI si avvicina timidamente. “Hai un biglietto da vendere? – mi chiede – perché i bagarini mi chiedono 100€…” (prezzo del ticket 64€ e rotti furto dei diritti di prevendita inclusi).
“Ti piacciono i Foo Fighters?” le chiedo.
“Sì – mi risponde – sono qui con un’amica, arriviamo da Aosta. Lei il biglietto lo ha trovato. Per me è il mio primo concerto”.
Piccina… le brillano gli occhi: “Bene, te lo regalo, divertiti. Dentro bevi una birra alla mia salute che ne ho tanto bisogno…”
Ride, mi da un bacino e mi dice un grazie che ricorderò per un pezzo.

Il tutto sotto gli occhi del bagarino di prima. Che ovviamente si incazza come un toro e inizia a insultarmi in dialetto dicendo cose che per fortuna non capisco. Quando mi urla sulla faccia… “perchéééééééééé?”, e già temo la rissa, con molta calma gli rispondo “perché era un regalo, e piuttosto che farci guadagnare te, lo regalo a qualcun altro”.
La litania di insulti del tipo che mi diceva che Gesù mi stava guardando prosegue mentre mi incammino ai cancelli: chissà se il povero Cristo, quello vero, ha continuato a seguire la scena. Non sarà stato contento delle bestemmie…

Surviving Bimbiminkia

Entro e c’è una folla pazzesca: non quella di Rho dell’anno scorso ma molta più gente di quanta ne abbia mai vista a Villa Manin. Anche troppa secondo me. Mi sistemo in un angolo abbastanza vicino al palco e mi vedo i Gaslight Anthem. Ma vicino ho un gruppo di ragazzi molto giovani che bevono come dei pazzi e si tirano addosso vino e birra. Uno tracanna Yagermeister da una canna con imbuto. Uno vomita, uno balla in modo sconclusionato e finisce addosso a una ragazza. C’è molto fango per terra.

Qualcuno si incazza. Si sfiora la rissa anche qui. Mi sposto e vado un po’ indietro e più al centro.
“Oh ma chi cazzo è ‘sto vecchio grassone di merda?” dice un ragazzino alle mie spalle riferendosi al povero Bob Mould. Il ragazzino probabilmente non sa che Mould è il fondatore degli Hüsker Dü, meravigliosa rock band anni ’80 che ha profondamente influenzato Grohl e che fu proprio Mould a incoraggiarlo a registrare il primo disco dei Foos dopo che ascoltò i suoi primi demo.

I Foos suonano spesso cover degli Hüsker Dü… Una la proposero anche al concerto di Milano dell’11 dicembre 2002 (“Never Talking to you again”) con Grohl che disse… “tanto non la conosce un cazzo di nessuno”. Ovviamente aveva ragione.

Al coro “oheee oheee oheee Vasco Vasco” di un gruppo di giovanissimi ‘fan’ che filma se stesso con i telefonini bevendo alla canna una bottiglia di Glen Grant, cambio di nuovo posto: mi sposto a destra e avanti resistendo a una ventina di metri dal palco per dieci minuti, non di più. Poi ho capito che tra birra che volava, botte da orbi e gente che ai Foos era interessata relativamente perché voleva divertirsi e far casino indipendentemente da chi suonava, mi sono tirato indietro. Trovando nel retrobottega gente come me: papà con figli di dodici anni al loro primo concerto, un sacco di 40enni e 50enni cui questa band ha restituito qualcosa.

I’m too old and fucked up for this shit

Il gusto per una certa ribellione: forse la nostra stessa giovinezza.
É che non abbiamo più l’età, porca troia, è vero. Ma quanto siamo ancora incazzati e quanto vorremmo ancora poter cambiare le cose. Siamo i veterani, ragazzi dal ’62 al ’75 che su “The Pretender” alzano la voce: “what if I say I will never surrender?”

Perché sappiamo che cosa vuol dire, perché quella voce arriva da Clash, Bruce, Ramones, ed è sempre la stessa. Siamo ancora incazzati: e molto. Anche se abbiamo smesso di sbronzarci da un pezzo. La cosa mette tristezza e non ci diverte più.

Il concerto di Codroipo: è stato strepitoso, meraviglioso. Le parole non rendono anche perché i Foos io li seguo da sempre e dovrei accrescere ogni aggettivo, ingigantire la mia impressione. Li ho visti a Modena la prima volta a una specie di festival nel 1995 sentendo il bisogno fisico di andarli a rivedere a Parigi, quindi a Londra, poi a Glasgow e non li ho mai più lasciati. Anche perché i loro gusti sono un po’ i miei: Killing Joke, Nine Inch Nails, Gary Numan (al loro primo show che vidi suonarono ‘Down in the Park’!), Hüsker Dü, Tom Petty, Neil Young con i Crazy Horse.

Quindi qualsiasi recensione sarebbe riduttiva, parziale sotto l’aspetto del giudizio ma soprattutto sotto l’aspetto della quantità di emozioni che mi sanno ancora scatenare.
I Foo Fighters al momento sono la miglior rock and roll band del pianeta. Me lo hanno confermato con le prime quattro canzoni (“White Limo”, “All my Life”, “Rope” e “The Pretender”). Per me il concerto poteva anche finire lì. Mi sdraiavo per terra e morivo felice.

Grazie a Dio invece hanno suonato per altre due ore regalandomi qualche chicca deliziosa: “Aurora” e “New Way Home”, che da tempo non sentivo dal vivo, una splendida versione di “Generator” e due cover pazzesche: “In the Flesh?” dei Pink Floyd sparata dopo “This is a call” (che ovviamente alcuni ragazzini pensavano fosse il primo singolo loro disco nuovo), e “Breakdown” di Tom Petty (“mamma mia ma come l’ha cambiata…!” ha detto un altro bimbominkia pensando che fosse la loro “Breakdown”, che invece non hanno suonato).

Sarà l’età. O la mia o quella degli altri: sto diventando intollerante.

Mi farò perdonare con qualche video che sono riuscito a girare nonostante la calca e con un video che risale a non molto tempo fa e che li ritrae mentre regalano una versione meravigliosa di “Everlong” al pubblico del David Letterman Show.

What If I say I will never surrender?

Scaletta
White Limo
All My Life
Rope
The Pretender
My Hero
Generator
Learn to Fly
New Way Home
Walk
Cold Day in the Sun
Arlandria
These Days
Aurora
Monkey Wrench
Hey, Johnny Park!
This Is a Call
In the Flesh? (Pink Floyd cover)
Best of You
>> Bis
Times Like These
Dear Rosemary  (with Bob Mould)
Breakdown (Tom Petty and the Heartbreakers cover) (with Bob Mould)
Everlong

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